Domenica 22 maggio, convegno e mostra per ricordare il contributo di valenti intellettuali all’Impresa di Fiume. Alle ore 15, a Palazzo Moroni, sala Paladin, dopo i saluti istituzionali di Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova e di Franco Papetti, Presidente Associazione fiumani italiani nel mondo-LCFE, avrà inizio il convegno intitolato “Giovanni Comisso e Mario Botter nella Fiume di D’Annunzio”.
Relatori: Giovanni Stelli, presidente SSF di Roma che si soffermerà su “I fiumani e l’impresa: patriottismo e coscienza nazionale italiana a Fiume nel periodo dannunziano”, seguito da Fabio Todero, storico e ricercatore dell’Irsml del Friuli Venezia Giulia, che affronterà il tema “D’Annunzio, patriottismo e nazionalismo dalla Grande guerra all’Impresa di Fiume” e dallo scrittore Diego Zandel, che parlerà di “Fiume e l’impresa dannunziana nei romanzi di Comisso”, scrittore che ha avuto modo di conoscere personalmente.
Nei pannelli che compongono la mostra, a cura di Francesca Demattè, l’evento storico viene illustrato guardando in particolare alla presenza dei due giovani soldati di allora che seguirono Gabriele D’Annunzio durante tutti i 16 mesi della sua permanenza a Fiume. Nella ricostruzione della contingenza storica e dei contesti nazionale e internazionale nei quali si colloca l’azione dannunziana, emergono i legami culturali e di amicizia che unirono durante il biennio 1919-1920 tutti i protagonisti nonché i loro contributi allo svolgersi dei fatti.
Dopo Fiume, Comisso girò l’Europa ma si dedicò anche a lunghi viaggi in barca a vela lungo l’Adriatico, un’avventura che raccontò nei suoi romanzi. Botter, durante la Seconda guerra mondiale, venne stanziato sull’isola di Lussino. A lui si deve una importante campagna archeologica a Ossero.
La manifestazione, organizzata da AFIM-LCFE e SSF, che si avvale del patrocinio della Regione Veneto e della Fondazione Vittoriale degli Italiani di Gardone, si tiene all’interno di Palazzo Moroni, grazie alla disponibilità del Comune di Padova che ha messo a disposizione gli spazi dando l’avvio ad una importante collaborazione con l’AFIM che ha la propria sede proprio nella città patavina.
La struttura che accoglie l’incontro è quanto mai prestigiosa: fu conclusa probabilmente durante la reggenza del Podestà Tomaso Morosini nell’ultimo decennio del Cinquecento. Lo spazio è contornato da un elegantissimo loggiato marmoreo elevato sullo stile dorico. Straordinario l’effetto chiaroscurale raggiunto isolando le colonne a tutto tondo dal retrostante pilastro. Luogo adatto ad una mostra che racconta la “sregolatezza” ma anche il genio.